1. Home
  2. Analisi
  3. Nuove sofferenze arrestano la discesa nel triennio 2019-21

Luglio 2019

Nuove sofferenze arrestano la discesa nel triennio 2019-21

Nel 2018 prosegue il calo dei tassi di ingresso in sofferenza ma le previsioni di Abi e Cerved indicano che nei prossimi anni potrebbero registrarsi aumenti delle nuove sofferenze.

Condividi:

  1. Home
  2. Analisi
  3. Nuove sofferenze arrestano la discesa nel triennio 2019-21
Copertina di 'Nuove sofferenze arrestano la discesa nel triennio 2019-21'

Nel 2018 e nel primo trimestre del 2019 è proseguito, a ritmi sostenuti, il calo dello stock di sofferenze accumulate dalle banche italiane (-39% circa in termini netti), con una diminuzione di circa 21 miliardi rispetto a marzo 2018.

Le stime per il 2019 e le previsioni per il biennio 2020-21 evidenziano invece un’interruzione del processo di discesa dei tassi di decadimento, che si manterranno fermi al 2,5% nel 2019, con un peggioramento nel 2020 (2,6%) e un lieve miglioramento nel 2021 (2,4%), senza ridurre il gap dai livelli pre-crisi (1,7%).

In parallelo, nel 2018 anche i tassi di ingresso in sofferenza delle società non finanziarie hanno confermato il trend di riduzione, sebbene a ritmi più contenuti rispetto al 2017. I tassi sono passati dal 2,8% del 2017 al 2,5% del 2018, con cali diffusi a tutte le classi dimensionali, tutti i settori economici e tutte le aree territoriali considerate. Le stime per il 2019 e le previsioni per il biennio 2020-21 evidenziano invece un’interruzione del processo di discesa dei tassi di decadimento, che si manterranno fermi al 2,5% nel 2019, con un peggioramento nel 2020 (2,6%) e un lieve miglioramento nel 2021 (2,4%), senza ridurre il gap dai livelli pre-crisi (1,7%).

Questo è quanto emerge dall’Outlook sulle sofferenze delle imprese realizzato da ABI e Cerved, che fornisce stime e previsioni sui tassi di decadimento per classe dimensionale delle società non finanziarie ad un livello di dettaglio settoriale e territoriale.

Nel 2018 il calo dei tassi di ingresso in sofferenza ha riguardato tutte le fasce dimensionali. I flussi di nuove sofferenze per le micro e le piccole imprese si sono ridotti toccando quote del 2,7% e dell’1,8% (dal 3% e 2,2% dell’anno precedente). I tassi di ingresso in sofferenza per le medie imprese si sono attestati sull’1,5%, in calo di due decimi rispetto al 2017, mentre le grandi imprese hanno fatto registrare una diminuzione molto lieve, attestandosi su un valore dell’1,2%.

Secondo le previsioni, nel 2019 la discesa dei tassi si arresterà tra le microimprese e le piccole società, che nel 2020 vedranno lievemente aumentare i flussi di nuove sofferenze in rapporto alle consistenze dei prestiti in bonis, per poi riprendere il calo nel 2021 anche se a ritmi piuttosto contenuti (2,6% per le microimprese e 2,4% per le piccole imprese). Le imprese di media e grande dimensione evidenzieranno invece un rialzo dei tassi di ingresso in sofferenza già dal 2019 (1,6% per le medie e 1,3% per le grandi), con le grandi che continueranno a peggiorare nel 2020 (1,4%). In tutte le fasce dimensionali nel 2021 i tassi di ingresso in sofferenza supereranno ampiamente i valori pre-crisi.

A livello settoriale, i tassi di decadimento tenderanno a convergere per effetto di un miglioramento nelle costruzioni (dal 4% del 2018 al 3,2% del 2021), e di un arresto della discesa, o peggioramento, nell’agricoltura (2,0% nel 2021), nell’industria (2,0% nel 2021) e nei servizi (2,4% nel 2021). Al termine del periodo di previsione per tutti i settori il divario rispetto ai livelli pre-crisi continuerà ad essere molto consistente.

A livello territoriale, in base alle previsioni continueranno a persistere differenze significative tra le diverse macroaree. Nel Centro-Sud, proseguirà la discesa dei tassi, anche se a ritmi contenuti, raggiungendo al termine del periodo di previsione il 3,3% al Sud e il 2,9% al Centro, livelli molto distanti rispetto ai valori del 2008 (2,2% al Sud e 1,8% al Centro). Nel 2021 le regioni del Nord manterranno i tassi di decadimento su livelli analoghi o vicini al 2018, con il Nord-Ovest al 2,1% e il Nord-Est in lieve peggioramento all’1,8%, ma distante solo quattro punti decimali dai livelli pre-crisi (1,4% nel 2008).

Nel complesso, al termine del periodo di previsione si avvicineranno maggiormente ai livelli pre-crisi le imprese industriali (2,0% contro 1,8% nel 2008) e quelle del Nord-Est (1,8% contro 1,4% nel 2008). Le piccole e medie imprese operanti nel comparto industriale saranno le uniche due categorie con tassi di ingresso in sofferenza inferiori ai livelli pre-crisi (rispettivamente 1,3% contro 1,5% nel 2008 e 1,0% contro 1,2% nel 2008); dall’altro lato, il divario con il 2008 continuerà ad essere molto significativo per le microimprese (2,6% contro 1,8% nel 2008), il settore delle costruzioni (3,2% contro 1,8%) e l’area territoriale del Sud e delle Isole (3,3% contro 2,2% nel 2008), mentre PMI e imprese di grandi aumenteranno lievemente i flussi rispetto al 2018.

Vuoi scaricare l'analisi completa?
Compila il form sottostante per scaricare il documento
(Required)
Hidden
Hidden
Hidden
Hidden

Newsletter

Restiamo in contatto

Per non perderti nessuno dei nostri contenuti.

(Required)

* Dati necessari