Nella città di Genova, sono circa 28 mila le unità produttive (su 69 mila) situate in zone caratterizzate da rischio fisico alto o molto alto. Questi insediamenti impiegano 76 mila addetti (su un totale di 199 mila) e sono esposte con le banche per oltre 6 miliardi di debiti finanziari (su 16 miliardi complessivi). Risulta interessante osservare come sia molto consistente anche il numero di unità che operano in zone a rischio medio (29 mila imprese, 78 mila addetti e 4,5 miliardi di debiti finanziari), mentre quote inferiori di aziende, addetti e debiti finanziari sono associati a bassi livelli di rischio fisico. Una dinamica simile si osserva a Venezia, dove le sedi locali (13 mila su 32 mila), gli addetti (43 mila su 113 mila) e i debiti finanziari (3,5 miliardi su 9,5 miliardi) legati alle zone ad alto rischio fisico superano ampiamente i valori delle zone a basso rischio. Diversamente, nel comune di Milano l’incidenza del rischio fisico risulta molto più bassa essendo circoscritta ai quasi 9 mila insediamenti produttivi situati nella parte settentrionale e orientale della città, in prossimità dei fiumi Seveso e Lambro, mentre la gran parte delle unità (258 mila su 274 mila) è collocata in zone a rischio basso o molto basso. Per effetto della bassa incidenza di aree a rischio, quindi, i debiti finanziari ad alto rischio fisico nel comune di Milano (3 miliardi) risultano in termini assoluti inferiori a quelli di Genova (6 miliardi) e Venezia (3,4 miliardi), nonostante il capoluogo lombardo presenti un volume complessivo di debiti finanziari rispettivamente sei e dieci volte più elevato.