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Imprese zombie in Italia: sono oltre 23.000, più di 40.000 si sono risanate nel 2020-21

La maggiore propensione al risanamento si è verificata tra le imprese zombie che sono ricorse al Fondo di Garanzia

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In piena pandemia, nel 2020, anche il gruppo dei 30 presieduto da Mario Draghi se ne è occupato. Nella pubblicazione “Reviving and Restructuring  the Corporate Sector Post-Covid”, economisti, esperti e studiosi hanno immaginato come intervenire per salvaguardare le imprese mettendo in guardia su un aspetto: la creazione e il mantenimento in vita delle imprese zombie. Ma cosa sono?

Imprese zombie: una definizione

La definizione di zombie è attribuita a imprese in forte difficoltà finanziaria caratterizzate da alta incidenza dell’indebitamento e incapacità di ripagare gli interessi sul debito attraverso i propri utili. E negli ultimi anni la letteratura economica si è più volte soffermata sul fenomeno delle zombie firms.

Per ragioni strutturali, l’Italia è uno dei Paesi OCSE a più alta incidenza di imprese zombie, che in seguito alla crisi del 2012 iniziano a calare per effetto di una maggiore selezione nell’accesso al credito, dell’uscita dal mercato delle imprese più fragili e un miglioramento della capitalizzazione. Nel 2020 le imprese zombie in Italia sono tornate a salire, raggiungendo le 40.218 unità a causa della pandemia.  In tale periodo, il forte aumento delle aziende a rischio ha richiesto misure di sostegno che hanno contribuito a mantenere sul mercato realtà molto fragili finanziariamente, alimentando il cosiddetto Zombie lending.

Grande mobilità nel perimetro zombie

Ricostruendo l’evoluzione delle imprese zombie in Italia negli ultimi 10 anni, e integrando le serie storiche dei bilanci di tutte le società di capitale italiane, gli score di rischio (Cerved Group Score) e le chiusure di impresa, i dati evidenziano grande mobilità in entrata e in uscita dal perimetro delle imprese zombie.

Nel 2020 il numero complessivo si attesta a oltre 40 mila per effetto di un elevato numero di nuove z (26.685). In parallelo, più della metà delle zombie 2019 risultano «sanate» nel 2020 (14.566). Nel 2021 la ripresa economica ne spinge fuori dal perimetro ben 27.763 imprese, ma allo stesso tempo se ne registrano 10.806 di nuove. In totale, nel biennio 2020-21 le aziende zombie risanate hanno superato le 40.000 unità.

Partendo dalle imprese zombie del 2019 e seguendo il loro ciclo di vita, emerge che nel 2021 oltre il 50% (14.264) risultano sanate. Le zombie del 2019 uscite dal mercato a seguito di una procedura grave (2.865) o non più attive (3.496) sono 6.361 (il 22,6%). Il 26,6% delle zombie 2019 (7.474) si trovano nella stessa condizione nel 2021, alle quali se ne aggiungono 15.788 di nuove rispetto al 2019.

Le imprese zombie possono, quindi, risanarsi e rientrare a pieno titolo nel mercato.  Ciò accade più facilmente a quelle finanziate dal Fondo di Garanzia, che dimostra la sua efficacia come strumento di stabilità e resilienza. Nel biennio 2020-21, infatti, a ricevere finanziamenti è stato il 28,8% (8.102) delle aziende considerate zombie nel 2019 e ben il 69,6% di esse (contro il 43,1% di quelle non finanziate) è riuscito sanarsi, grazie a 3,1 miliardi di euro di sovvenzioni.

Tuttavia, il restante 30,4% è uscito dal mercato o è tuttora zombie, portando con sé 1,3 miliardi di finanziamenti andati perduti.

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