I debiti sono previsti in lieve crescita (+1,6% in media nel biennio 2019-20), a ritmi comunque più contenuti rispetto a quelli dei margini lordi (+2,9%). Nonostante il rallentamento, la sostenibilità dei debiti è quindi prevista in ulteriore miglioramento (i debiti si attesteranno nel 2020 a un multiplo pari 2,4 il valore dell’EBITDA), proseguendo un processo che dura ormai da diversi anni. Rimangono però ampie differenze settoriali, con indici ancora critici nell’agricoltura (4,6) e nell’informazione e comunicazione (3,5(.
Un’analisi combinata dell’andamento del fatturato e della sostenibilità dei debiti consente di mappare gli oltre duecento settori italiani, individuando quelli meglio posizionati e quelli più a rischio. Tra i settori principali, distribuzione, servizi e siderurgia affiancano la crescita del fatturato a indici di sostenibilità dell’indebitamento migliori rispetto alla media nazionale. Viceversa, la filiera informazione-comunicazione e agricoltura sono i comparti più deboli: crescono meno rispetto agli altri settori e hanno indici di sostenibilità del debito peggiori rispetto alla media nazionale. Se si considera una segmentazione più granulare dell’economia italiana, pelletteria, cantieristica e microelettronica risultano i settori con le performance più brillanti. Operatori multimodali, calcestruzzo e editoria i settori più deboli.