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Giugno 2022

Abitudini di pagamento in miglioramento, ma alcuni settori subiscono gli effetti dell’inflazione

Nonostante il miglioramento generale, informazioni più di dettaglio sui mancati pagamenti di marzo 2022 mettono in evidenza un aumento dello scaduto nei settori esposti al forte rincaro delle materie prime rispetto al 2021

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Nel 2022 l’onda lunga della pandemia e il rincaro delle materie prime, con il conseguente aumento dell’inflazione, non frenano il miglioramento delle abitudini di pagamento delle imprese italiane che nel primo trimestre di quest’anno tornano sui livelli antecedenti alla pandemia. Ciò è dovuto sia a una maggiore prudenza da parte dei fornitori, influenzati dal forte clima di incertezza attuale, sia da imprese sempre più puntuali e più attente a contenere i ritardi.

Non mancano però segnali di frizione, nei settori più soggetti a forti fluttuazioni sul prezzo delle commodities (soprattutto energetici e agroalimentari) i mancati pagamenti di marzo 2022 fanno registrare un aumento sullo stesso periodo del 2021.

E’ questa la situazione dei pagamenti delle aziende italiane analizzate nell’Osservatorio pagamenti del primo trimestre 2022 e raccolte in PayLine, il database di Cerved, con oltre tre milioni di imprese, che costituisce un termometro puntuale per monitorare le condizioni di liquidità del nostro tessuto produttivo.

Nel primo trimestre 2022, i mancati pagamenti toccano un nuovo minimo dal 2012, con una quota del 9,4%. Il trend di riduzione accelera tra le grandi imprese e non accenna a fermarsi nei servizi, ma rallenta nel Mezzogiorno.

Nel 2022 le tensioni sul mercato delle materie prime intensificano la prudenza di chi concede credito commerciale, con una conseguente riduzione dei tempi concordati soprattutto tra micro imprese (da 47,5 pre Covid a 43,7 giorni) e costruzioni (78,6 a 72,2 giorni). A livello complessivo i tempi di pagamento risultano in calo di 4,4 giorni rispetto al pre-Covid (da 69,6 a 65,2 giorni), con le costruzioni in riduzione di oltre 6,6 giorni

A livello nazionale, nonostante le scadenze più brevi, torna sui livelli pre-Covid la puntualità nei pagamenti (52,7%), eccetto che nel Nord-Ovest (scesa dal 59,3% dell’1q 2020 al 58,8% dello stesso periodo del 2022) e nelle costruzioni (dal 62,3% al 59,2%). Anche la quota di imprese con ritardi oltre i 60 giorni raggiunge livelli più bassi di quelli del primo trimestre 2020 (5,7% vs 5%).

Già a marzo 2021 i mancati pagamenti delle imprese italiane erano tornati sui livelli pre-Covid (28,8% vs 28,1%). Il trend si conferma anche nel 2022 con una quota che scende al 22,3%.

Nei settori più colpiti della pandemia (cali di fatturato superiori al 25%), il recupero dei livelli pre-Covid avviene ad inizio 2022 (26,8% dal 30,3% 2019).

In controtendenza i settori maggiormente esposti al rincaro delle materie prime, tra i quali si registra un aumento nel 2022 (dal 19,3% al 25%; +5,7 p.p.). A guidare il peggioramento sono principalmente i settori esposti al rialzo delle materie prime agroalimentari (dal 27,2% 32,8%;+5,6 p.p.) ed energetiche (al 26,4%; +6,3 p.p.).

Per scoprire i settori più colpiti dall’andamento dell’inflazione scarica l’Osservatorio pagamenti

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