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Novembre 2018

Pagamenti: prosegue il miglioramento ma perde slancio

I protesti tornano a crescere in alcune zone del Mezzogiorno. I pagamenti sono più regolari ma non per tutti: sono infatti aumentati i ritardi delle micro imprese e delle PMI

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Secondo l’Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese di Cerved, nel secondo trimestre del 2018, è proseguito, anche se a ritmi più contenuti, il calo dei protesti, in atto dal terzo trimestre del 2013.

Tra marzo e giugno 2018 sono state 8057 le imprese a cui è stato levato almeno un protesto, un minimo nel corso dell’ultimo decennio. Il numero di società protestate è oggi pari a poco più di un terzo (37%) rispetto al picco –toccato durante la fase più acuta della crisi, nella prima metà del 2013- di 21.520 imprese.

Rispetto allo stesso periodo del 2017, i protesti risultano in calo del 7,6%, un miglioramento meno marcato rispetto a quello osservato nei trimestri precedenti, quando il fenomeno risultava diminuire anche a tassi del -20%. L’indebolirsi della discesa dei protesti è evidente in tutte le aree territoriali: tra il secondo trimestre del 2017 e 2018 i protesti continuano a ridursi in ognuna delle quattro aree considerate anche se a ritmi meno marcati rispetto al recente passato, soprattutto nel Mezzogiorno. Da marzo a giugno del 2018 sono state protestate 3695 società in calo solo del 3,7% rispetto al -25% osservato l’anno precedente. Tornano a crescere i protesti in alcune regioni del Sud Italia, tra cui Campania, Calabria e Abruzzo. Parallelamente al calo dei protesti, prosegue anche la riduzione dei tempi di pagamento delle imprese, ma con miglioramenti che non riguardano tutta l’economia.

Secondo i dati di Payline nel secondo trimestre del 2018, i tempi di pagamento delle imprese italiane hanno toccato un minimo, a 70,5 giorni in calo rispetto ai 71,1 dell’anno precedente. Hanno contribuito nella stessa misura una riduzione dei giorni di ritardo (da 14 a 13,7) e la diminuzione dei termini concordati in fattura (da 57,1 a 56,8).

I pagamenti sono divenuti più regolari: la quota di società puntuali è aumentata dal 47,1% al 50,7% toccando il massimo dall’inizio della serie storica con un notevole calo della quota relativa ai ritardi superiori a 60 giorni, ovvero quelli a più alto rischio default.

Ciononostante i miglioramenti non riguardano le micro imprese e le PMI.

Nel secondo trimestre del 2018 sono infatti aumentati i ritardi delle micro imprese (da 14,7 giorni a 14,8 giorni) e delle PMI (da 10,2 a 10,8). Nel caso delle PMI questo è coinciso con un aumento dei tempi di liquidazione delle fatture (da 69,8 a 70); per le microimprese invece i tempi si sono ridotti grazie a un calo dei termini concordati.

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