Per evidenziare gli effetti fortemente eterogenei di questa crisi, le PMI sono state raggruppate in quattro cluster, a seconda dell’impatto atteso sui ricavi. In base al Covid-Financial Impact, 13 mila PMI (l’8,4% del campione analizzato che genera il 10% del fatturato), appartenenti a settori della filiera farmaceutica e settori che hanno beneficiato di questa fase particolare (come il commercio online o la distribuzione alimentare moderna), riusciranno ad accrescere i ricavi nel 2020 o a mantenerli stabili. All’estremo opposto, figurano 19 mila PMI per le quali l’impatto del Covid risulterà molto intenso (il 12% delle società, che generano il 10% del fatturato complessivo), con ricavi attesi in calo di almeno il 25% nel 2020: sono prevalentemente società che operano nella filiera turistica, nella ristorazione, nella logistica e i trasporti, in alcuni settori industriali. Le restanti 124 mila si dividono in un gruppo con impatti moderati (58 mila PMI con cali inferiori al 15%, che realizzano circa il 42% dei ricavi delle PMI) e in uno con impatti alti (66 mila con una contrazione compresa tra il 15 e il 25%, il 38% dei ricavi).