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Marzo 2020

Un identikit delle imprese che ricorrono al leasing

Nel complesso, le imprese che fanno leasing sono più profittevoli e meno rischiose del resto delle imprese italiane.

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Copertina di 'Un identikit delle imprese che ricorrono al leasing'

In occasione dell’ultimo Data Lab di Assilea, tenutosi a fine gennaio, è stato presentato uno studio congiunto nato da una collaborazione tra Cerved e Assilea. Attraverso l’integrazione di diverse fonti informative, l’analisi si propone di ricavare informazioni aggiuntive sulla clientela leasing e di delineare le principali caratteristiche delle imprese italiane che fanno ricorso al leasing.

In base ai dati, nella prima parte del 2019 il numero di imprese che hanno fatto ricorso al leasing in Italia è cresciuto del 2,5% su base annua superando le 52 mila unità. Di queste, la gran parte sono società di capitale (82% in termini di contratti), ma nell’ultimo anno risultano in crescita significativa i contratti stipulati da società di persone.

I dati del campione BDCR di Assilea relativi allo stipulato leasing della prima metà del 2019 sono stati perciò incrociati con i dati di Cerved sui bilanci e sul rischio delle imprese, e con alcuni score che SpazioDati ha sviluppato ricorrendo a strumenti di intelligenza artificiale.

Su queste basi, sono stati analizzati una serie di aspetti che caratterizzano la clientela leasing, legati alla dimensione di impresa, alla distribuzione territoriale, ai settori, all’età delle imprese, alla propensione all’export e al grado di innovazione. Infine sono stati messi a confronto alcuni indici di bilancio e di rischio della clientela leasing con quelli del resto delle imprese. I risultati principali dell’analisi sono stati pubblicati sull’ultima edizione di Lease News.

In base ai dati, nella prima parte del 2019 il numero di imprese che hanno fatto ricorso al leasing in Italia è cresciuto del 2,5% su base annua superando le 52 mila unità. Di queste, la gran parte sono società di capitale (82% in termini di contratti), ma nell’ultimo anno risultano in crescita significativa i contratti stipulati da società di persone.

Tra le imprese che fanno ricorso al leasing la quota più elevata, sia in termini di contratti stipulati che in termini di importo, è costituita da piccole imprese, ovvero imprese con fatturato compreso tra i 2 e i 10 milioni di euro, che rappresentano il 37,3% dei contratti stipulati e quasi il 35% degli importi. A seguire troviamo le microimprese, con il 31% dei contratti e una quota più contenuta degli importi, mentre le medie e le grandi imprese fanno registrare un’incidenza negli importi più elevata dovuta a importi medi più alti (rispettivamente circa 120 mila e 140 mila euro a contratto). Gli andamenti semestrali fanno registrare un’incoraggiante crescita dei contratti con un tasso del 6,7% per le microimprese, mentre le altre classi dimensionali evidenziano invece un leggero calo.

A livello territoriale, le imprese che fanno leasing si concentrano soprattutto nella parte settentrionale della Penisola. Rapportando la quota di distribuzione regionale della clientela leasing alla quota delle imprese operative è possibile costruire una proxy del grado di specializzazione nel ricorso al leasing.  L’incidenza della clientela leasing è più alta rispetto alla quota di distribuzione delle imprese operative, nelle tre regioni in cui le percentuali di stipulato leasing sono più elevate (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Toscana e Umbria. In tutte le altre regioni, soprattutto nel Sud Italia, la penetrazione del leasing nel tessuto imprenditoriale è ancora contenuta ed offre ampi margini di crescita.

Osservando la distribuzione regionale dei contratti di leasing in base alla dimensione di impresa emergono dati piuttosto eterogenei a livello territoriale: in regioni come Calabria e Lazio è forte la concentrazione di imprese micro (43,5% e 43,3%), in Trentino le PMI costituiscono il 79% della clientela leasing, mentre l’Emilia Romagna è la regione in cui l’incidenza di grandi imprese (con fatturato superiore ai 50 milioni di euro) sul totale dei contratti è più alta (28%).

Dal punto di vista settoriale, i comparti che fanno registrare i maggiori incrementi rispetto allo stipulato dell’anno precedente sono quelli dell’agricoltura e dell’energia ed utility, con tassi di crescita rispettivamente del 17,6% e del 9,5%.

A un livello più disaggregato, è il settore della distribuzione a pesare di più in termini di numerosità, mentre la logistica è il settore che contribuisce di più per valore contratti. Nel comparto della distribuzione, la categoria settoriale più diffusa a livello più disaggregato (4 digit) è quella dell’ingrosso prodotti per l’industria e l’agricoltura, seguita da concessionari, ingrosso alimentare, ingrosso costruzioni e dettaglio specializzato. Nell’ambito della logistica e dei trasporti, prevale il sotto-settore degli autotrasportatori (70% dell’importo complessivo).

Grazie al foreign market score e all’innovation score, due indici sviluppati da Spazio Dati, una società di Cerved specializzata nell’utilizzo di big data e strumenti di intelligenza artificiale, è possibile analizzare la propensione all’estero e la capacità innovativa della clientela leasing.

Il foreign market score è uno strumento sviluppato per sopperire all’indisponibilità di dati ufficiali e informazioni strutturate sulle esportazioni a livello di impresa. Lo score è alimentato da diverse fonti informative e integra dati ufficiali con informazioni tratte dal web associate alla propensione all’export dell’impresa attraverso l’utilizzo di tecnologie di machine learning.

La distribuzione dell’indice sulla clientela leasing rivela che quasi il 40% dell’importo stipulato è ad opera di imprese esportatrici o con una forte propensione all’export. A livello dimensionale, l’incidenza delle esportatrici sull’importo leasing è particolarmente elevata tra le grandi imprese (81%) e le medie (67%), più contenuta tra le piccole (37,5%) e minima tra le micro (6,3%).

Dal punto di vista settoriale, i comparti che fanno registrare i maggiori incrementi rispetto allo stipulato dell’anno precedente sono quelli dell’agricoltura e dell’energia ed utility, con tassi di crescita rispettivamente del 17,6% e del 9,5%.

A un livello più disaggregato, è il settore della distribuzione a pesare di più in termini di numerosità, mentre la logistica è il settore che contribuisce di più per valore contratti. Nel comparto della distribuzione, la categoria settoriale più diffusa a livello più disaggregato (4 digit) è quella dell’ingrosso prodotti per l’industria e l’agricoltura, seguita da concessionari, ingrosso alimentare, ingrosso costruzioni e dettaglio specializzato. Nell’ambito della logistica e dei trasporti, prevale il sotto-settore degli autotrasportatori (70% dell’importo complessivo).

Grazie al foreign market score e all’innovation score, due indici sviluppati da Spazio Dati, una società di Cerved specializzata nell’utilizzo di big data e strumenti di intelligenza artificiale, è possibile analizzare la propensione all’estero e la capacità innovativa della clientela leasing.

Il foreign market score è uno strumento sviluppato per sopperire all’indisponibilità di dati ufficiali e informazioni strutturate sulle esportazioni a livello di impresa. Lo score è alimentato da diverse fonti informative e integra dati ufficiali con informazioni tratte dal web associate alla propensione all’export dell’impresa attraverso l’utilizzo di tecnologie di machine learning.

La distribuzione dell’indice sulla clientela leasing rivela che quasi il 40% dell’importo stipulato è ad opera di imprese esportatrici o con una forte propensione all’export. A livello dimensionale, l’incidenza delle esportatrici sull’importo leasing è particolarmente elevata tra le grandi imprese (81%) e le medie (67%), più contenuta tra le piccole (37,5%) e minima tra le micro (6,3%).

Mettendo a confronto la redditività netta delle imprese della clientela leasing con il resto delle imprese italiane è possibile osservare come le imprese che utilizzano il leasing siano caratterizzate da un valore mediano del ROE più alto (12,5% vs 10,2%). La dinamica si conferma in tutte le classi dimensionali, con un divario particolarmente elevato tra le microimprese (14,4% vs 10,1%).  Le microimprese e le aziende di piccole dimensioni che ricorrono al leasing presentano anche indici di liquidità mediamente più alti rispetto al resto delle imprese italiane.

Anche sul fronte del rischio prospettico, misurato attraverso il Cerved Group Score, la clientela leasing fa registrare risultati nettamente migliori rispetto al resto delle imprese italiane, con quote di imprese rischiose molto contenute tra le micro e le piccole società.

Mettendo a confronto la redditività netta delle imprese della clientela leasing con il resto delle imprese italiane è possibile osservare come le imprese che utilizzano il leasing siano caratterizzate da un valore mediano del ROE più alto (12,5% vs 10,2%). La dinamica si conferma in tutte le classi dimensionali, con un divario particolarmente elevato tra le microimprese (14,4% vs 10,1%).  Le microimprese e le aziende di piccole dimensioni che ricorrono al leasing presentano anche indici di liquidità mediamente più alti rispetto al resto delle imprese italiane.

Anche sul fronte del rischio prospettico, misurato attraverso il Cerved Group Score, la clientela leasing fa registrare risultati nettamente migliori rispetto al resto delle imprese italiane, con quote di imprese rischiose molto contenute tra le micro e le piccole società.

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