A livello settoriale, i dati evidenziano impatti piuttosto diversificati sulle prospettive di rischio. I macro-comparti che evidenziano i peggioramenti più significativi sono le costruzioni (dal 15,2% del 2021 al 17,6% del 2022) e i servizi (dal 14,9% al 16,7%), mentre il settore energetico, nonostante l’aumento della rischiosità nel 2022, rimane l’unico ad attestarsi su livelli inferiori al pre-Covid (15,0% nel 2022 contro il 15,1% del 2019). A livello più disaggregato, sono 111 i settori che tra 2021 e 2022 mostrano un aumento della quota di imprese in area di rischio. I più impattati dalla nuova congiuntura appartengono prevalentemente a tre comparti di attività: i servizi non finanziari, penalizzati dall’interruzione del percorso di recupero post-Covid, i trasporti e l’industria pesante, che risente in misura maggiore dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei materiali. I maggiori peggioramenti si registrano nella gestione aeroporti (34,8% delle imprese a rischio nel 2022; +24,7 p.p. rispetto al 2021), nella siderurgia (26,4%; +12,1 p.p.) e nella ristorazione (30,1%; +11,7 p.p.).