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Gennaio 2024

Rischi catastrofali, è di 1.701 miliardi di euro l’esposizione delle compagnie assicurative

A fine 2024 scatta l’obbligo assicurativo per le imprese contro le catastrofi naturali. La nuova normativa avrà ripercussioni anche sulle compagnie assicurative che dovranno rivedere il loro business model

Ammonta a oltre 1.700 miliardi di euro l’esposizione potenziale massima delle compagnie assicurative in base al nuovo obbligo di legge inserito nella Legge di Bilancio. Il legislatore introduce l’obbligatorietà della copertura dei danni causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni a beni come terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. Il dato è di quasi mille miliardi in più rispetto ai 790 attuali rilevati su dati ANIA (si tratta dell’esposizione teorica attuale, al netto dei limiti contrattuali previsti). L’obbligo per le imprese scatterà a fine 2024 e si applicherà sia quelle italiane e sia a quelle estere con stabile organizzazione in Italia.

Composizione dell’esposizione

Dei 1.701 miliardi stimati da Cerved insieme alle società del gruppo MBS Consulting e SpazioDati, 987 fanno riferimento a fabbricati e terreni, mentre 714 a macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali. La stima non rappresenta il valore commerciale dei beni, bensì quello di ripristino che deve essere effettivamente assicurato, e non considera i possibili limiti contrattuali (la compagnia può decidere se esporsi per un indennizzo del 100% del valore assicurato o di una percentuale inferiore)*.

La distribuzione geografica dell’esposizione assicurativa ai rischi catastrofali

Secondo un’analisi geografica, la macroarea più coinvolta è il Nord-ovest (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e Piemonte), dove l’esposizione totale si attesta a circa 700 miliardi di euro di cui 400 attribuibili a fabbricati e terreni e 300 a macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali. Questi dati, che rappresentano il 40% del totale nazionale stimato, sono fortemente influenzati dalla Lombardia, che è caratterizzata da un’alta densità industriale e da sola ha esposizioni per più di 500 miliardi di euro.

Il Nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna) manifesta un’esposizione complessiva di circa 430 miliardi di euro, con la caratteristica di mostrare un marcato equilibrio (50% ciascuno) tra fabbricati e terreni, da un lato, e macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali, dall’altro. Interessanti i dati di Emilia-Romagna e Toscana, due regioni recentemente colpite da eventi alluvionali: la prima ha, da sola, un’esposizione di più di 150 miliardi, mentre la seconda si attesta sugli 80.

Nel Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) si registra invece un’esposizione di circa 330 miliardi di euro (19% del totale), di cui ben 120 associati al valore dei fabbricati e terreni nel solo Lazio. Infine, nel Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e nelle Isole l’esposizione complessiva ammonta a circa 240 miliardi di euro (14% del totale). In Sicilia e Sardegna il 70% dell’esposizione riguarda fabbricati e terreni.

Il quadro normativo non è ancora definitivo, la legge concede al Ministero dell’Economia e delle Finanza e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy la possibilità di stabilire ulteriori modalità attuative e operative, incluse quelle di individuazione degli eventi calamitosi e catastrofali. Il mercato si attende nei prossimi due mesi un quadro definito per gestire puntualmente le implicazioni.

* La stima sui fabbricati e terreni è stata costruita partendo dal valore commerciale calcolato con un modello di AVM (automated valuation model) proprietario, corretto per un coefficiente che esprime il valore di ricostruzione degli immobili, il valore di riferimento per le compagnie assicurative. La stima di impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali è invece stata ricostruita partendo dal dato delle somme assicurate per questi beni da una primaria compagnia italiana ed estendendolo con tecniche statistiche su tutto il sistema produttivo.

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