«Molte aziende italiane sono ben presenti nelle filiere produttive globali, dove occupano posizioni cruciali. Non c’è dubbio che questa sia un’indicazione di grande competitività», dice Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, secondo il quale emerge anche un’altra evidenza: «L’affermazione nell’industria del top di gamma riguarda molti settori del made in Italy, non soltanto le auto sportive ma anche moda, pelletteria e alcuni prodotti alimentari. In questi casi riusciamo a esportare a prezzi di fascia alta, per cui i bassi salari non sono il fattore decisivo. Al contrario è risultato determinante il successo in aree geografiche come gli Stati Uniti e l’Asia, che ci hanno permesso di superare le difficoltà della Germania, nostro principale mercato di destinazione, in particolare per la meccanica».